La felicità non è avere quello che si desidera,
ma desiderare quello che si ha.
Oscar Wilde
Giuseppe Tornatore ci ha regalato una delle pagine più emozionanti della storia del cinema. Nessuno che abbia assistito al finale di “Nuovo cinema paradiso “ è rimasto indifferente alla sequenza dei Baci censurati, assemblati da Alfredo, come testimonianza dell’amore per Salvatore, per il cinema e per il “gesto” che maggiormente caratterizza un’ attrazione reciproca, appassionata, forte e libera . Con Bice Perrini il “gesto” diventa evento e si materializza nella mostra di cui questo libro è testimonianza e che ci accompagna, opera dopo opera, come i BACI nella sequenza del film. BACI rivolti a Bari e a Japigia, il quartiere, da cui la testimonianza d’amore, di orgoglio e di appartenenza dell’artista prende il via.
https://www.youtube.com/watch?v=Ub-2Yp1kGmQ
La produzione artistica di Bice Perrini si può definire astrattismo naturalistico, con inclinazioni spontanee ai colori primari e ai loro complementari. Nei quadri più sognanti di Bice Perrini c’è, comunque, sempre un particolare richiamo a forme riconoscibili le quali in qualche modo si ricompongono nelle immagini di una realtà profondamente o, ancora meglio, totalmente reinterpretata. Inoltre, ella, possiede uno stile pulito e modulato, una capacità gestuale fluida e sicura, un segno che spesso costruisce l’insieme dell’opera nelle suggestioni cromatiche che vivono di sé, delle loro infinite possibilità evocative e rappresentative. In questi “astratti” rimangono i fragori della natura della vita e del cibo che della natura e della vita ne è l’essenza e allo stesso tempo, in quanto nutrimento, il combustibile prezioso.
Bice Perrini possiede un’idea di arte, pittura o scultura che sia, che nasce dal rapporto tra l’artista e lo spettatore. L’arte è qualcosa di unico e irripetibile, ogni lavoro è diverso perché diverse sono le condizioni in cui è stato realizzato.
Lo spazio dell’opera non presenta più un’immagine con un centro e una periferia, ma una distesa articolata di elementi che suggeriscono la possibilità di continuazione oltre i bordi stessi del quadro, ogni confine è abbattuto. I colori utilizzati assumono consistenza. Come accade costantemente, nella produzione più recente, la gamma cromatica dell’opera è un trionfo di solarità, gioia, amore, serenità, talmente contagiosa e ipnotica che non può lasciare indifferente chiunque possieda un animo libero. La pittura di Bice Perrini, infatti, diventa, in quanto privata da ogni esigenza di riproduzione illusionistica del reale, laddove, come spesso accade, ciò che è definito non è altro che l’ illusione di ciò che vorremmo la realtà fosse è che spesso così non è divenendo per ciò un irraggiungibile miraggio, la pittura, dicevamo, diventa testimonianza concreta e diretta dell’energia positiva che irradia l’autrice.
La materia-colore prende forma dalla sua stessa sovrapposizione, attraverso cui non si attua una cancellazione ma una fusione di dati. Un vero e proprio assemblage di colori è quello che crea Bice Perrini con le sue opere. L’ambiente e la natura entrano a far da collante per i suoi lavori, mentre le percezioni fruitive sviluppano il percorso nodale della interpretazione per il secondo livello di lettura, quello personale. Simbologie in foggia di memento, sono le citazioni nella produzione di Bice Perrini che evidenziano come, in un’epoca che spesso guarda ad altri mondi “al di là dei confini”, lei guarda, vicino intorno, al mare che lambisce Japigia, agli uccelli che si posano sul davanzale, al sole che innonda il suo atelier alle isolate piante che rendono il mondo da lei amato simile ad un oasi innondata dalla gialla luce del sole, ombreggiata da verdi palme, rinfrescata da rigogliosa acqua blu.
“Con l’arte non si mangia”, qualcuno affermava anni fa. Bice Perrini, con la sua opera formata di colore e forme alluse o eluse evidenzia come di arte, invece, si nutra anche lo spirito, oltre al corpo, quando si ciba dei prodotti della natura, trasformati da Bice stessa anche in vellutate creme, dalle identiche tonalità dei colori acrilici che lei impiega per le tele e che, con il pennello, ci serve sapientemente sul pane per il piacere del palato dopo la meraviglia della vista. L’insieme di quanto detto, e non solo, diventa lo stimolo multisensoriale che la nostra artista ci dona e dona alla sua città e alla sua Japigia, il quartiere che prede il nome dall’antica e fiera popolazione che abitava questa ricca area del Mediterraneo da cui, nel tempo, è derivato il nome della stessa Puglia. Bice Perrini ama le sue radici con la stessa naturalezza e slancio con cui milioni di visitatrici hanno riempito, a Parigi, di rossi BACI, il monumento commemorativo del grande scrittore poeta e drammaturgo Oscar Wilde
Giorgio Bertozzi
Curatore d’Arte
B.A.C.I.
Bari Arte Colore Inclusione